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L’estate che non decolla: spiagge vuote e montagne affollate

yellow umbrellas

L’estate 2025 sarà ricordata come una stagione strana per il turismo italiano. Dopo le prime settimane di sole di giugno, molti speravano in un luglio ricco di presenze. Invece è arrivata una doccia fredda: spiagge semivuote, ombrelloni chiusi e stabilimenti che guardano al calendario con preoccupazione. Ora gli operatori balneari aspettano con ansia Ferragosto, l’ultima grande occasione per invertire la rotta.

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Numeri in caduta libera

Secondo i dati del Sindacato Italiano Balneari, a luglio le presenze sono scese in media del 15% rispetto all’anno scorso.
Alcuni territori hanno sofferto più di altri:

  • In Toscana, il maltempo ha colpito nei weekend, scoraggiando sia i turisti locali sia gli stranieri di fascia alta.

  • In Romagna, patria della vacanza balneare, il calo medio è stato del 15%, ma alcune strutture hanno perso quasi un terzo della clientela.

  • In Calabria, la situazione non è migliore: fino al 25% in meno di presenze rispetto al 2024.

Un trend che lascia poco spazio all’ottimismo, almeno per chi lavora con l’ombrellone.

Perché il mare non attira più come prima?

Tre fattori si intrecciano e spiegano il cambiamento:

  • Budget ridotti: molte famiglie hanno meno risorse da spendere. Prezzi stabili o in crescita rendono difficile concedersi la classica vacanza di una settimana al mare.

  • Caldo eccessivo: le temperature sempre più alte non invogliano a passare giornate sotto il sole cocente. Cresce la ricerca di mete più fresche.

  • Nuovi desideri: non basta più sdraiarsi su una sdraio. Sempre più viaggiatori cercano esperienze, escursioni, contatto con la natura e attività sportive.

Il paradosso della montagna

Se il mare arretra, la montagna esplode. Le Dolomiti, Cortina e Rocca Pietore vivono un’estate affollata come non mai. Non solo turisti italiani, ma arrivi da Asia e Nord America, un segnale di quanto le Alpi italiane siano ormai diventate un polo globale.

Tuttavia, non mancano i problemi: il Lago di Braies, le Tre Cime di Lavaredo e Seceda sono vittime del cosiddetto overtourism. I flussi sono così intensi che si stanno studiando percorsi alternativi per deviare i visitatori verso valli meno conosciute ma altrettanto spettacolari.

Vacanze negate, ma meno che in passato

Un’altra faccia della medaglia riguarda chi quest’anno non partirà affatto. Si stima che 8,4 milioni di italiani rinunceranno alle ferie, per lo più per ragioni economiche. Il dato rimane alto, ma con una nota positiva: rappresenta la percentuale più bassa dal 2004.

Basta guardare l’evoluzione: nel 2013 oltre la metà della popolazione non poteva permettersi una vacanza; nel 2021 era il 37,5%; oggi siamo scesi al 31,4%. Un lento miglioramento che racconta una capacità crescente, seppur limitata, di ritagliarsi qualche giorno di pausa.

Un’Italia che cambia modo di viaggiare

La fotografia dell’estate 2025 mostra un Paese che non ha smesso di andare in vacanza, ma che lo fa in modo diverso: meno sdraio e più trekking, meno stabilimenti balneari e più rifugi alpini.

Il mare italiano resta una risorsa enorme, ma se vuole tornare competitivo dovrà saper innovare: non più solo spiaggia e relax, ma esperienze, sostenibilità, qualità e prezzi accessibili. Solo così potrà riconquistare quel ruolo centrale nell’immaginario delle vacanze degli italiani.

👉 E tu, come hai vissuto questa estate 2025?
Hai scelto il mare, la montagna… oppure hai dovuto rinunciare alle vacanze?
Raccontamelo nei commenti: la tua esperienza può dire molto più dei numeri e delle statistiche.

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